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Consigliere di opposizione  nel comune di Vaglia

RICORDO DI STEFANO CHEMERI

Il 15 giugno, ad appena cinquant’anni, stroncato da una inesorabile malattia scoperta qualche mese prima, Stefano Chemeri se ne è andato, lasciando la moglie e due figlie, Francesca di 23 anni e Margherita di 15, oltre ai genitori e al fratello. E’ il terzo consigliere comunale di Vaglia scomparso in poco più di un anno, dopo Giuliano Bartolacci e la Serena Conticini.

Avevo conosciuto Stefano nel 1995. Me lo aveva presentato Giuliano, a cui ero legato, ormai, da ventennale amicizia e collaborazione. Insieme, stavamo realizzando la lista civica “Vivere Vaglia” di cui anche Stefano fece parte. La nostra lista, alternativa alle altre due, caratterizzate ideologicamente a sinistra e a destra, ebbe solo due seggi.

Stefano Chemeri, pur non eletto, continuò a interessarsi dei problemi del territorio. Del resto, la passione politica lo aveva coinvolto fin da studente: forse deluso nelle sue aspirazioni giovanili, volle mantenersi autonomo rispetto ai partiti. Nel ’99, candidato come indipendente nella lista “cittadini liberi”, entrò per la prima volta in Consiglio comunale. Fu una legislatura importante perché vide la definitiva approvazione di un piano regolatore non condiviso: lui era favorevole a veder  soddisfatte “le legittime aspirazioni degli abitanti ad uno sviluppo sostenibile”, ma il piano prevedeva, invece, massicci interventi speculativi.

Nel 2004, mentre stava realizzando la “Lista civica per Vaglia”, mi pregò di accettare la candidatura e così, dopo diciannove anni di assenza, rientrai in Consiglio comunale e, insieme a Stefano, capogruppo e a Franco Innocenti, ho fatto l’intera legislatura. Stefano, in  rappresentanza delle forze di minoranza, era entrato, inoltre, nel Consiglio della Comunità montana.

La sua cultura –era laureato in filosofia- e la sua pronta intelligenza gli avevano consentito di appropriarsi delle varie problematiche della nostra comunità, sulle quali aveva idee ben precise. Non amava il compromesso e le proposte della maggioranza spesso non lo convincevano. Era attento ai documenti predisposti dalla Giunta, riuscendo a leggerli fra le righe e non gli sfuggivano mai i risvolti negativi: insomma, non faceva sconti.

Soprattutto in questi ultimi tempi, però, i suoi pensieri e le sue maggiori attenzioni erano per la moglie e per le figlie verso le quali traspariva un rapporto di grande tenerezza: non poteva essere altrimenti, data la sensibilità di cui era dotato. 

Le sue esequie, celebrate in santo Stefano a Campomigliaio, hanno visto riuniti, attorno al dolore della famiglia, i tanti amici chiamati a meditare le parole del libro della Sapienza e del vangelo delle beatitudini. C’era il sindaco, il presidente della Comunità montana e molti consiglieri comunali tra cui la Cinzia, entrata in chiesa deponendo un mazzo di fiori. Mi ha commosso perché, nel dolore, ha espresso quello che anch’io provavo: un sentimento di autentica amicizia verso Stefano.

                                                                                              Baldo Bartolacci

 

 

© il filo, Idee e notizie dal Mugello, luglio-agosto 2009

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