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ECOLOGIA E SOLIDARIETA' AD OPERA DI           UNA GIOVANE AZIENDA DI VICCHIO

Belcanto, non solo saponi

E se un giorno il Mugello diventasse famoso per il sapone di qualità?

Filippo Carlà Campa, vicchiese, con la sua "Fattoria di Belcanto" ci prova.

Un'azienda piccola, nata solo due anni fa, ma che si è già distinta per i suoi prodotti -purissimo sapone artigianale- e per una presenza di marketing che sembra molto efficace e innovativa. 700 mila pezzi l'anno -in confezioni da mezzo litro- con l'obiettivo di giungere a un milione e duecentomila, un 15% di esportazioni, soprattutto verso Gran Bretagna, Francia e Giappone, una presenza crescente in profumerie e farmacie in tutta Italia, un logo"familiare", il volto di sua moglie Cristiana da bambina. Com'è di famiglia anche il marchio, visto che Belcanto è la casa della moglie, sopra Sagginale, tra Borgo e Vicchio.

"Ho venduto la farmacia e mi sono messo a fare il sapone -inizia Carlà Campa-; ho iniziato con la distribuzione di altri saponi, diventando socio della Belmont, che commercializzava  prodotti da varie aziende, ma poi ho deciso di avviare una produzione in proprio. Perché gestire i marchi degli altri può essere rischioso, visto che leghi la vita della tua azienda a scelte di altri, e poi perché il sapone, avendo fin da piccolo la passione per la chimica, l'ho sempre fatto, ci mettevo il cocomero, le erbe. E quando vado all'estero, come souvenir, mi piace comprare sempre una saponetta".

I prodotti della Fattoria di Belcanto però non sono saponette: "No, il sapone solido richiederebbe ben altre strutture, macchinari molto costosi, investimenti consistenti, e la necessità di alte produzioni. Il sapone

liquido invece è più semplice, anche se una difficoltà ce l'ha: quella di far capire la differenza nella qualità. Perché tra due saponi liquidi ci può essere la stessa differenza che c'è tra il Tavernello e il Brunello. Prendi

estratti del petrolio, li mescoli con l'acqua e fai un detergente. Nel nostro caso si tratta invece di prendere la base dell'olio di oliva, e di mescolarla con la potassa".

Se oltre a dirlo, lo si fa sentire sulla pelle, tutto diventa più convincente. E da buon ex-farmacista, Carlà è riuscito a entrare in farmacie e profumerie, con appositi dispenser che consentono di provare il sapone

mugellano. Ed è stato subito gran successo. Accresciuto da un'altra idea "ecologica", quella di ridurre plastica e rifiuti: chi porta la bottiglietta e la riempie, nei punti-vendita, ormai 400 in Italia, dotati del sistema

"Re-Soap", ottiene il 20% di sconto sul prezzo del sapone.

Buone idee, e non solo di mercato. "Il progresso -dice il titolare di Fattoria di  Belcanto- ci ha portato molti vantaggi. Anche nei saponi. Prodotti più facili da produrre e quindi più a buon mercato, dalla lunga

conservazione, con effetti molto gradevoli. Ma in questa evoluzione qualcosa si è perso. La naturalezza. Sono state inserite nuove sostanze chimiche. E oggi non sappiamo se tutto questo progresso sia stato veramente un bene per la nostra salute. Per questo noi abbiamo percorso questa evoluzione al contrario: più salute, meno chimica, togliendo dal sapone ciò che non è naturale".

Di più, il titolare di Fattoria di Belcanto, ha qualcosa da dire anche sulla crisi economica: "Credo che per uscirne sarebbe necessario che le aziende del Mugello si unissero di più, trovassero forme di collaborazione, di sinergia. Purtroppo invece questa apertura non c'è, e ognuno sta nel proprio orto.".

Carlà nel proprio orto non ci sa stare, e sta coltivando un sogno: "In passato ho fatto rinascere  la Pro-Loco a Vicchio, per far crescere il paese sul piano turistico e fieristico. Ora voglio lavorare di più nel settore

sociale". E già lo sta facendo con la sua azienda, che ha intrapreso una interessante collaborazione con la cooperativa Archimede: "E' una cooperativa -dice- che fa un lavoro che non ha eguali. Fortunatamente

apolitica. E tra le altre cose ha creato un laboratorio per il recupero di alcuni disabili psichici. I risultati sono molto positivi. E da parte nostra abbiamo affidato loro alcuni lavori, e in particolare il confezionamento

delle nostre tisane". Già, perché oltre al sapone Belcanto si è messo a produrre e commercializzare anche tisane, l"Oro di Belcanto", erbe officinali biologiche coltivate sull'Appennino Tosco Emiliano da un

olandese, Simone Van Hilten, e confezionate a mano in bustine-filtro in stoffa. Confezionate dai giovani della cooperativa Archimede, a Vicchio.

"Devono fare a mano 700 mila filtri -dice Carlà-. Ma perché questa esperienza si consolidi occorre dare una continuità di lavoro, renderla autosufficiente. Spero che altri imprenditori possano contribuire. Non chiediamo soldi, chiediamo lavoro, chiediamo di far lavorare questi ragazzi".

 Servizio a cura di Paolo Guidotti

 

 

© il filo, Idee e notizie dal Mugello, luglio-agosto 2009

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