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La copertina di questo mese
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LE STORIE DI NICOLETTA LAPI

La storia della nonna
che diventò una tartaruga

Questa è una storia poco normale che racconta quello che capitò un giorno ad una bambina che si chiamava Emma.

Era un bel pomeriggio di Ottobre quando Emma incontrò per la strada la sua nonna che camminava pian pianino e le disse : “Nonna! Mi sembri proprio una tartaruga!”

Subito dopo spalancò occhi e bocca perché – tac!- la nonna era sparita ed al suo posto zampettava una grossa tartaruga nera e gialla. Lì per lì , la bambina pensò ad uno scherzo e cercò di qua e di là per vedere se per caso la nonna si fosse nascosta ma, nulla, la nonna era proprio scomparsa.

“Non sono scomparsa, sciocchina “ disse la tartaruga “ sono cose che capitano ogni tanto; piuttosto, ora come si fa a tornare indietro?  Va’ a sentire in Comune, all’URBI, lì sanno tante cose, non si sa mai”.

Così Emma corse all’URBI (Ufficio relazione bambini indifficoltà ), portando con sé la tartaruga, ma fu una cattiva idea perché , quando l’impiegata vide la tartaruga, cominciò a fare un mucchio di domande: dove l’ hai presa, da quanto tempo ce l’ hai, non lo sai che c’è una multa e le tartarughe non si possono tenere , eccetera , eccetera.

Inutile dire che, quando Emma si provò a dire che la tartaruga in realtà era la sua nonna, le cose peggiorarono. L’impiegata si precipitò a cercare l’assistente sociale – che però era andata a fare colazione – e poi, per dovere di coscienza, fece un tentativo per chiamare lo psicologo di turno che, per fortuna di tutti , era in ferie.

A questo punto, Emma, con sottobraccio la tartaruga ( o nonna ) uscì dal palazzo comunale, approfittando della confusione creata dall’arrivo del barista che portava il caffè , e s’imbatté nella vecchia Eufrastina, la nonna dei gatti , che camminava appoggiata ad un bastone, con l’occhio destro rivolto al cielo e quello sinistro al marciapiede scassato.

“Che bella tartaruga ! mi ricorda la mia gioventù “ disse la vecchia Eufrastina e non si sa proprio come avesse fatto a vederla, ma il fatto è che era anche un po’ strega e l’aveva sentita all’odore.

“Mio nonno allevava tartarughe “ si mise  a spiegare “ e mio padre tutte le sere ci dava un bel brodo di tartaruga e io ho ancora da qualche parte un bel pettine di tartaruga …”

Ma Emma non aveva molta pazienza e, interrompendola, disse: “ Ora stammi a sentire.”

Quando la vecchia sentì la storia della nonna tartaruga cominciò a borbottare: “Bah! Non saprei..bah! che si  può fare.. bah! la cosa mi sembra complicata…”

Finché le venne un lampo di genio. “Prova con Internet. www.MagaStrullina .IT. E’ una mia cara amica. Se non lo sa lei…”

E fu così che Emma andò a casa e chiese al babbo (che protestò un po’ perché aveva cose molto importanti da fare e ritrasformare la tartaruga in nonna non gli sembrava poi una cosa essenziale) di mettersi in contatto con la Maga Strullina.

Il responso della maga fu – stranamente – molto preciso.

“Bisogna fare il gioco dell’oca. In questo caso, della tartaruga. Ma il sistema è lo stesso. C’è il rischio di capitare nelle caselle sbagliate ma, se riuscirete ad arrivare alla fine, la nonna risalterà fuori. “

E, dietro lauto compenso, inviò per e-mail il gioco della tartaruga.

I punti difficili erano:

a) quello in cui la tartaruga diventa tonno in scatola (e allora si perde un sacco di tempo per aprire la scatoletta col rischio di tagliarsi);

b) quello in cui diventa un leone ( e allora si deve andare a cercare un domatore o un guardiano dello zoo e va via perlomeno una settimana);

c) quello in cui diventa una rondine ( e allora bisogna addirittura aspettare fino a primavera per continuare il gioco).

Ma Emma, che non voleva mai aspettare, prese dei dadi speciali che saltavano per aria come delle molle e finivano sempre sotto il tavolo e così cambiò il risultato come le pareva.

Fu così che la tartaruga tornò ad essere la solita nonna, con gran dispiacere dei familiari che si erano accorti in quel periodo di quanto fosse più economico avere una tartaruga che si accontenta di due foglie d’insalata.

Nicoletta Martiri Lapi

il filo, Idee e notizie dal Mugello, novembre 2000
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