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Storia
DI BORGO SAN LORENZO L’antico tabernacolo della Madonna di Sieve Eretto nel 1624 spostato nel 1846 All’angolo di via Brocchi Torna alla sua originaria ubicazione nel maggio 1998“. Questa la lapide da noi dettata inserita a cura dell'amministrazione comunale alla base del grande tabernacolo a edicola che si è formato in uno spazioso largo ingentilito con una aiuola dopo l’abbattimento di un prefabbricato ad uso di bar fra via Brocchi e il viale Europa Unita. Anche in questo caso, come nel numero precedente quando abbiamo tracciato la storia della Madonna delle Cali, questa sacra struttura ha anch’essa una sua piccola storia abbastanza interessante dal lato architettonico e urbanistico poiché nel corso dei secoli si è spostata di pochi metri. Il tutto iniziò nel 1624 quando dopo l’ennesima piena della Sieve che aveva abbattuto il traballante ponte di legno, il Regio Vicario di Scarperia su pressante richiesta del podestà di Borgo San Lorenzo, decise di costruire un ponte in pietra ad undici archi alla cui direzione dei lavori furono chiamati due provetti scalpellini da Fiesole: i fratelli Squarcini. Ed infatti tutti gli Squarcini viventi in questo 2001 a Borgo ed in altre località sono discendenti di questi due fratelli i quali dopo aver terminato i lavori del ponte restarono a Borgo formandosi una famiglia e generando fra ‘600 e ‘700 non meno di venti figli. Una lunga e diversificata ramificazione e quasi tutti, si dice il caso, scalpellini. Al termine della costruzione fu deciso di innalzare una struttura coperta tipo Oratorio o Cappella per beneficio dei viandanti specialmente quando pioveva, e all’interno fu innalzata una nicchia raffigurante una “Madonna col Bambino” dipinta ad affresco denominata appunto la “Madonna di Sieve”. Dopo due secoli, 1846, a causa di una disastrosa alluvione (1844: descritta in maniera incredibile da Pio Chini nel suo ineguagliabile diario manoscritto) che inondò il castello del Borgo fino nella piazza dell’orologio causando gravissimi danni, la Potesteria del Borgo, Gonfaloniere il Cav. Antonio Savi, decise di abbattere il vecchio ponte mediceo per costruirne uno nuovo a sei grandi e ampie arcate affinché le acque in piena della Sieve potessero defluire con più facilità. Abbattuto quindi il ponte secentesco costruito dagli Squarcini, gioco forza fu demolito anche l’Oratorio dove per due secoli i paesani e i viandanti sostavano per pregare davanti all’immagine della Madonna. Ma affinché restasse memoria di questa sacra immagine fu deciso di costruire, accanto al ponte a pochi metri dal monumentale “casone” di fondo Sieve dove esisteva una conceria e una fabbrica di cristalli, un alto e monumentale tabernacolo ad edicola ristrutturato e restaurato nel corso degli anni con l’aggiunta ad inizio ‘900 di una cancellata in ferro battuto dell’artigianato Torelli di Luco. E lì c’è stato fino al 1998 quando per ragioni di viabilità (apertura di una nuova strada – via Caduti di Montelungo) è stato nuovamente spostato dove si vede al presente con la sua breve peregrinazione impresso nella lapide marmorea alla base. E’ tornato praticamente, metro più metro meno, dove nel 1664 i fratelli Squarcini lo innalzarono dopo aver costruito il ponte mediceo a undici archi. Aldo Giovannini |
il filo, Idee e notizie dal Mugello, novembre 2001 |