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GLI ARTICOLI
il filo centrale

L'OMICIDIO DI BORGO SAN LORENZO

E' l'ora di reagire

A Borgo un brutto clima. Che fare?

In ricordo di Leo

Quei messaggi così teneri

Né sottovalutare, né sopravvalutare. Ma soprattutto, evitare di metter la testa sotto la sabbia, per far finta di niente. Il terribile episodio di sangue, accaduto a Borgo San Lorenzo ha senz’altro suscitato tanti pensieri e reazioni differenziate, tra la gente. Ma tra chi invoca ronde e si lamenta per la troppo scarsa sorveglianza dell’ordine pubblico, tra chi dà la colpa a tutti e a tutto, tra chi ancora tende a relegare l’episodio a uno dei tanti scontri “fra terroni e albanesi”, si rischia alla fine di rimanere uguali a prima. Rassegnàti agli eventi. E in attesa che qualcosa di brutto non può non accadere ancora.

No, la morte di giovane di 18 anni per una coltellata non può limitarsi a suscitare in noi chiacchiericcio ed ipocrisie. Come se guardassimo da una finestra. Magari tenendoci a debita distanza. Pensando che in fondo non è affar nostro. Occorre invece domandarci se e fino a che punto tra noi, tra i nostri ragazzi sia diffusa una sottile tolleranza della violenza, del guardarsi in cagnesco, dello spirito di “banda”. Quanto alligni un sentimento di diffidenza, di paura, di lontananza e di chiusura. Quanto labile e fragile sia il confine tra convivenza e scontro improvviso. Sbagliato, certamente, sarebbe far d’ogni erba un fascio. Ma certi sentimenti negativi, certe rabbie e intolleranze paiono diffondersi a macchia d’olio. E sono preoccupanti. Anche perché sembra che niente e nessuno le contrasti. Come se non ci fossero antidoti. E invece gli anticorpi ci sarebbero. Ma non vengono da sé. Hanno bisogno di essere preparati, diffusi, resi efficaci ed attraenti. E tutto questo è molto faticoso, e difficile. E’ ormai un’azione controcorrente, rispetto alla cultura del “chissenefrega”, dell’interesse individuale, nel cercare sempre la via più comoda e utile.

Se c’è una cosa che ci ha particolarmente colpito, in negativo, rispetto a quanto è accaduto, è stato il fatto che almeno per adesso non si sia coagulata una  “risposta” positiva, non si sia sentita la voglia e la necessità di riflettere insieme, di promuovere una qualche occasione di analisi e di proposta.

E’ auspicabile che questo avvenga al più presto, su iniziativa dell’ente locale, delle scuole, della parrocchia, di qualche associazione. Noi qui, umilmente, lo proponiamo: si convochi un momento di incontro e di confronto, al quale partecipino i genitori più sensibili, gli insegnanti, gli operatori delle società sportive, gli educatori. Incontri non per parlarsi addosso, né tantomeno per lanciare accuse a destra e a manca. Ma per chiederci “che fare”, per accordarsi sul creare nuovi spazi educativi, e per far funzionare ancor meglio quelli che già ci sono.

Perché una pattuglia dei vigili urbani in più può certo risultare utile. Ma non basterà a sradicare il vuoto e la noia esistenziale che si diffonde in tanti cuori giovani, non insegnerà a dare valore all’altro e alla vita propria e altrui. Occorre trasmettere valori positivi e la capacità di rapportarci all’altro e alla realtà che ci circonda non in termini conflittuali, ma solidali e positivi. Il compito che, da sempre, è dell’educazione. Ma educare non è facile, se non abbiamo più chiaro quello che vogliamo e dobbiamo trasmettere.

Nel commentare l’uccisione del giovane a Borgo, il cappellano, don Leonardo, ha evidenziato una cosa che è importante. A far problema, oggi, è la crescente incapacità di comunicare. Di aprire il cuore all’altro. Gli dà ragione Benedetto XVI, che pochi giorni prima aveva sottolineato: “Il deserto più profondo è il cuore umano quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri. Si diventa allora ciechi perché incapaci di vedere la realtà, si chiudono gli orecchi per non ascoltare il grido di chi implora aiuto, si indurisce il cuore nell’indifferenza e nell’egoismo”. Lettura vera, ma così sarebbe incompleta. E perfino disperante. Dobbiamo dirci invece che il deserto del cuore umano può tornare a fiorire. Che un’umanità buona, pur azzoppata dall’errore, è possibile. Che l’amore è in grado di guarire anche il cuore più indurito. Queste però sono solo parole. Ma una comunità può trasformarle in fatti, in esperienza, in incontro. E questo, davvero, può fare la differenza…

Il Filo

 

A Borgo un brutto clima. Che fare?

La violenza che ha portato alla morte un diciottenne del nostro paese pare non possa essere liquidata come un atto estemporaneo, magari frutto di un momento di follia. La speranza è certo quella che si tratti di un episodio circoscritto, ma non possiamo, credo, esimerci dal fare comunque alcune riflessioni. C’è purtroppo, specie tra i giovani, un crescente stato d’animo che porta al nichilismo e all’idea che la violenza sia in fondo la cifra dell’esistenza stessa. Certo, i giovani sono sempre irrequieti e alla ricerca di qualcosa e spesso la violenza sembra essere l’unica, la più semplice via di fuga e di espressione. Questo episodio arriva al culmine di una lunga scia di atteggiamenti vandalici, piccoli e grandi, che si sono verificati nel nostro comune (ricordo due per tutti: l’allagamento delle scuole superiori e l’incendio doloso della sede del partito della Rifondazione Comunista). Bisognerebbe fare una riflessione ed un’analisi approfondita del perché di questa situazione che vede purtroppo protagonisti in negativo gruppi di giovani borghigiani, in un contesto generale comunque preoccupante. Bisognerà, credo, cominciare dall’annientamento dei codici morali, e dell’idea di regole che questi comportavano e che hanno fatto da collante per generazioni alle nostre comunità e che adesso sono stati archiviati sostituiti da una deregulation dentro la quale c’è il tutto e il nulla. Bisognerà riflettere sulla latitanza delle famiglie e sull’insufficienza del compito svolto dalla scuola.

Bisognerà riflettere poi sull’idea di integrazione e di intercultura, a partire dall’attività svolta dai tanti soggetti e corpi intermedi presenti sul nostro territorio che su questi temi sono impegnati. Forse converrà cominciare a pensare ad un maggior coordinamento nel lavoro di questi soggetti, un coordinamento supportato da un progetto condiviso con ricaduta sul territorio, un’azione, direi, a “kilometro 0”. Bisognerà fin da subito che l’amministrazione si faccia carico di questa situazione e non faccia finta che qui tutto va bene, perché tutto bene non va, a cominciare dal’aspetto sicurezza che non è l’unico, ed io non voglio enfatizzarlo, ma è uno degli aspetti e forse il più immediato da affrontare dati anche i mezzi a disposizione.

Non è più pensabile che sotto le finestre del sindaco possano accadere simili episodi, ma anche molti, tanti episodi minori di vandalismo e intimidazione. Piazza Dante da troppo tempo è, in certe ore della sera e della notte, terra di nessuno. Si sta parlando del centro del nostro paese e non di una qualche sperduta e degradata periferia urbana.

Bisognerà quindi pensare ad assumere in tempi rapidi adeguati provvedimenti, senza cadere in demagogici ed inutili estremismi, ma utilizzando le risorse che si hanno e che dovrebbero avere anche funzioni di presidio del territorio e sto pensando a come meglio utilizzare la polizia municipale, che se, giustamente, fa in modo di giorno che siano rispettati i tempi del disco orario, a maggior ragione la sera dovrebbe provare a far rispettare le regole di una convivenza senza vandalismi. Poi si dovrà certo affrontare la questione in termini socio-educativi e questa è la dimensione del recupero di un senso civico, molto scaduto, che faccia riferimento ai più basilari criteri di convivenza e legalità, una dimensione questa rispetto alla quale tutti dovremo fare la nostra parte, senza strumentalizzazioni, cercando di utilizzare fin da subito al meglio anche quegli spazi “pubblici” di aggregazione già disponibili, come il Centro Giovanile e il Centro Incontri, investendo in essi risorse finanziarie ed umane. Solo il recupero di una rinnovata coesione sociale, anche con i cittadini immigrati, può dare garanzie di sicurezza e di “buon vivere”.

Giacomo Bagni

capogruppo Lista civica Per Borgo

In ricordo di Leo

Il primo Settembre a Borgo San Lorenzo, accanto ad un albero dei giardini di fronte al palazzo Comunale, lì dove era solito stare con gli amici, è stato accoltellato a morte un ragazzo di diciotto anni: Leonardo Rusciano.

L’estate stava finendo, ma in un giorno solo quell’albero si è ricoperto di fiori. E poi di biglietti, di foto: tutto intorno al tronco è fiorito un sorriso, il suo sorriso, circondato dall’amore dei suoi amici.

I quali hanno scritto una bella lettera, che resta attaccata all’albero come una testimonianza, perché chi passa veda e comprenda che nel loro cuore c’è tristezza, rimpianto e vuoto ma anche  amore e speranza.

La pubblichiamo perché tanti altri, anche lontani, la possano leggere e perché, in qualche modo, possa alleviare il dolore di chi sta soffrendo per questa assurda sciagura.

 

Caro Leo

Dal profondo dei cuori di tutti coloro che ti hanno voluto bene, che ti vogliono bene, che ti ameranno per sempre e che non ti scorderanno mai, che hanno avuto l’onore e la gioia di averti al loro fianco, nelle giornate che la tua presenza ha reso piene di gioia e spensieratezza.

Sei entrato nelle vite di tutti noi a piccoli passi leggeri, colmando i nostri cuori della gioia, che solo tu, col tuo modo di essere così unico  e speciale, riuscivi a trasmettere.

 

Il ricordo di te resterà impresso in tutti noi e sarà lì per sempre, indelebile nella mente, nel cuore, nelle parole e nei gesti di ciascuna delle persone che ti hanno voluto bene e che non smetteranno mai di farlo.

La tua perdita ha segnato noi tutti, sia per la rude brutalità degli eventi, che per la consapevolezza di doversi rassegnare ad aver perso un amico leale e sincero, sempre pronto, sempre presente quando chiunque poteva aver bisogno di lui.

Sarà difficile convivere col pensiero di dover continuare ad essere qui senza di te, cercando la tua presenza nel ricordo indotto da un albero, da una panchina, dal modo di camminare in cui nessuno potrà mai più somigliarti.

Cercheremo, guardando in noi, i tuoi sorrisi, i tuoi respiri, il dolce e timido suono della tua voce soffusa, la tua tenerezza, la tua follia, la tua ineguagliabile simpatia.

Mai nessuno riuscirà a colmare il profondo vuoto che la tua improvvisa e del tutto inattesa perdita ha lasciato in ognuno di noi.

Potranno passare ore, giorni, settimane, mesi, anni, ma mai nessuno potrà rassegnarsi a credere che un destino così crudele abbia strappato la tua tenera e giovane vita alle braccia delle persone che ti hanno amato.

Rivivrai attraverso noi in ogni singolo istante!

Ciao Ruscianiè, speriamo tutti che tu possa riposare in pace godendoti il paradiso, le stelle, Dio e gli angeli più belli che ti circondano!!

Gli amici

 

Quei messaggi così teneri in Ricordo di Leonardo

 

Non è facile scrivere quando si deve parlare di un ragazzo di soli 18 anni ucciso praticamente senza motivo ( soprattutto perchè nessun motivo vale la morte di qualcuno ). Leonardo lo conoscevo solo di vista, dalla scuola materna, per lavoro e perchè ci andava anche  mio figlio. Era impossibile non accorgersi di lui, a 3 anni sembrava un bambino di prima elementare ed anche in seguto l'ho visto crescere sempre un passo avanti ai suoi coetanei.

Non  so niente di Leonardo "grande" ma mi ricordo che da piccolo mi sembrava un bambino buono e gentile. Leggendo le lettere e i messaggi dei suoi amici mi sono accorto che, probabilmente, l'impressione era giusta e mi viene in mente che si dice, che il Signore chiama nel suo regno i migliori prima degli altri.

Non ho altro da dire, voglio che a parlare siano alcuni messaggi che i suoi amici hanno lasciato all'albero dove si incontravano. Messaggi di amore, amicizia, condivisione. Voglio solo far notare che in nessuno scritto, (li ho letti tutti) ho trovato parole di odio o di vendetta nei confronti dell'assassino, ma solo richieste di giustizia; solo in uno l'autore, comprensibilmente, dichiarava di non poter perdonare. Forse Leonardo ha seminato veramente qualcosa di buono.

 

Donatello Bruschi

 

MESSAGGI

      Ciao Leo...

 

 Sono qua da ore che cerco di

scrivere qualcosa... qualunque cosa che

possa arrivare al cuore della gente...

però...pensandoci...la tua storia è

arrivata nel profondo a tutti noi.

    Tu "6" uno dei ragazzi più

fantastici che ho mai conosciuto, e

scusa se uso il "presente", è solo

che quando penso a te, penso al

futuro e a tutte quelle cose fantastiche

e straordinarie che avresti potuto fare.

    Tu sei l'esempio dei giovani

che vorremmo essere noi.

 

VIVRAI * SEMPRE * NEI NOSTRI * CUORI

    

                                             Anonima

 

 

               X        LEONARDO !

 

TI RICORDERO' PER SEMPRE LEONARDO!

ADESSO CON CHI SCHERZERO' AI GIARDINI?

SENZA DI TE SARANNO ANCORA + VUOTI...

NON ARRIVERAI PIU' CON LA MACCHININA, SEMPRE CON IL SORRISO

"STAMPATO" SULLA FACCIA. RALLEGRAVI I NOSTRI POMERIGGI CON SCHERZI

E BATTUTE E TRASMETTEVI TANTA FELICITA' A TUTTI. QUANTE STORIE

POTREI RACCONTARE VISSUTE INSIEME, NON BASTEREBBE QUESTO

MISERO FOGLIO A RICORDARTI, MA PROVO TROPPA TRISTEZZA ADESSO,

A MALAPENA RIESCO A SCRIVERE, PERCHE' "RUSCIA'" MANCHI VERAMENTE

A TUTTI NOI! VOGLIO SOLO DIRTI CHE ERI IL RAGAZZO PIU'

UMILE  E SEMPLICE DI QUESTA TERRA E NON E' GIUSTO COSA TI E'

SUCCESSO, PERCHE' PROPRIO A TE, CHE NON HAI MAI FERITO UNA

PERSONA NEANCHE VERBALMENTE, PERCHE'!!! NON TI

SCORDEREMO MAI, ANCHE SE NON CI SEI PIU' RIMARRAI

NEI NOSTRI CUORI PER SEMPRE....

 

       CIAO  LEO  !!!     X   SEMPRE  VIVRAI

     NEI   NOSTRI   CUORI

 

 

 

 

CIAO LEO SIAMO QUI' RIUNITI PER SALUTARTI E PER DARTI L'ULTIMO

ABBRACCIO, UN ABBRACCIO FATTO DI SINCERO AFFETTO E CI SENTIAMO DI

INCLUDERE IN QUESTO TENERO SALUTO TUTTI COLORO CHE TI HANNO CONOSCIUTO

E CHE HANNO AVUTO LA GIOIA DI SALIRE SUL TUO STESSO TRENO, INCONTRANDO

TANTI AMICI LUNGO IL SUO PERCORSO; ALCUNI PURTROPPO SCENDONO TROPPO

PRESTO, E TU SEI TRA QUESTI, MA  ACCADE TALVOLTA CHE LASCIANO NEI NOSTRI

CUORI UN'IMPRONTA PIU' GRANDE E PIU' PROFONDA.

LE PERSONE CHE PIU' TI HANNO AMATO E TUTTI NOI SIAMO CONSAPEVOLI DI

AVER PERSO PER SEMPRE UN GRANDE AMICO, SOLARE E GENEROSO, CHE

CONOSCEVA L'UMILTA' ANCHE DI CHIEDERE SCUSA SE TALVOLTA QUALCOSA

POTEVA ESSERE ANDATO NON PER IL VERSO GIUSTO......

ECCO..... ORA SIAMO QUI', SOLI A SCRIVERE QUESTA LETTERA, MA SAPPIAMO

PER CERTO CHE TU STAI GUIDANDO LA NOSTRA MANO E IL NOSTRO PENSIERO

TE CHE AMAVI PROFONDAMENTE LA VITA E CHE ORA FAI PARTE DI UN MONDO

DOVE AMORE, GENEROSITA' ED ALTRUISMO TROVANO IL GIUSTO RICONOSCIMENTO

TU SEI STATO IN VITA UN PURO DI CUORE SONO QUI' A TESTIMONIARLO

TUTTE LE PERSONE CHE HANNO AVUTO L'ONORE DI CAMMINARE AL TUO

FIANCO.

TI PIACEVA DIVERTIRTI INSIEME AI TUOI AMICI, AMICI CHE ORA PIANGONO

LA TUA SCOMPARSA.

ERI UN RAGAZZO GIOIOSO, BUONO, ALLEGRO E LA TUA ALLEGRIA CONTAGIAVA

TUTTI COLORO CHE TI STAVANO VICINO, ERI UN ANGELO SCESO SULLA TERRA

PER DONARE GIOIA, ED ORA  SEI UN ANGELO VOLATO IN CIELO.

NOI TUTTI TI RICORDEREMO SEMPRE CON IL SORRISO E RESTERAI SEMPRE

NELLA NOSTRA MENTE E NEL NOSTRO CUORE.

     VOGLIAMO SOLO RICORDARTI COME ERI DA VIVO, UN RAGAZZO

     SEMPLICE, ONESTO E COETANEO COME NOI.

      RESTERAI SEMPRE CON NOI E NEI NOSTRI

                            CUORI !!!!!

 

     ALICE      DANIELE      NARDO   -   CICCIO 

 

 

© il filo, Idee e notizie dal Mugello, settembre 2009

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