Giuliano Marchese, un’anima romantica
BORGO SAN LORENZO – Mugellani si nasce, non si diventa, potrebbe pensare qualcuno. Eppure basta guardarsi intorno per rendersi conto di quante persone, per caso o per scelta, hanno conosciuto la nostra valle e non se ne sono più volute separare, imparando ad assaporarne l’essenza anche meglio di chi ci è nato.
Giuliano è arrivato a Borgo passando dalla porta principale: nessuna titubanza, nessuna incertezza, nessuna reticenza, solo la spavalderia talvolta sfacciata di chi ha vissuto davvero e non teme l’ignoto o la novità. Milano, Catania, Firenze, Bologna, Lucca, Livorno, poi ancora Firenze ed infine qua da noi per la tappa finale, fermamente voluta, di un’esistenza quasi romanzesca. E come il protagonista di ogni grande romanzo, Giuliano è passato di qui lasciando un’impronta indelebile.
Pochi, ma saldissimi, i suoi punti fermi: la chiesa di Olmi, che per prima lo accolse; la Compagnia dei Maggiaioli, con cui cantare a squarciagola l’amore per il Mugello; le passeggiate per il centro storico, con l’incedere e l’abbigliamento da consumato flaneur parigino; infine la sua biblioteca, roccaforte di una mente bramosa di Sapere.
E poi confronti, declamazioni, scontri, dissertazioni che spesso diventavano monologhi, tanto era vasta la sua cultura e tanto magnetica la sua eloquenza. Nei ventiquattro anni passati con noi, Giuliano ha coltivato amicizie, ha acceso rivalità, ha sfiorato l’amore. Ci ha incontrati, ci ha conosciuti, ci ha scelti, e chi ha avuto la fortuna, oltre che il piacere, di incrociare la sua strada non può che esserne grato ed omaggiare la sua anima romantica.
Anche solo, come direbbe lui, “in poche parole”.
Andrea Mercatali
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 ottobre 2024