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 GRANDE SUCCESSO PER L'IMPRESA DEL CLUB NAUTICO MUGELLO

Bilancino acchiappaturisti...30 maggio, vele a Bilancino. Foto di Antonio Barletti

Confesso che quando ho sentito parlare per la prima volta del Club Nautico Mugello mi è scappato un pochino da ridere. Forse perché il nome stesso, Club Nautico, evoca l'atmosfera elegante e raffinata di saloni rivestiti di mogano, tende di canapa, lampade di ottone lucidate con olio di gomito e litri di Sidol; si pensa al profumo dolciastro del tabacco da pipa, a gentlemen impeccabili nei loro pantaloni immacolati dalle pieghe inamidate, le scarpe bianche, il foulard immancabile al collo e il doppio petto rigidamente blu, bottoni dorati con l'ancora in rilievo. Quale tra gli attori più grandi di Hollywood da Clark Gable, a William Holden, al grande Humphrey Bogart non ha sfoggiato almeno una volta sullo schermo l'elegante divisa del lupo di mare?

Club Nautico, Yachting Club, Circolo della Vela, tutti nomi che portano la memoria a meravigliose località baciate dal sole e dal mare, esotiche mete frequentate dal jet set, dagli esuberanti rampolli delle case reali, play boy consumati, modelle inarrivabili; cattedrali secolari del bello, del lusso e della bella vita. Certo che da Porto Cervo a Sagginale, da Punta Ala a Rupecanina, dalla Costa Smeralda a Montecarelli ce ne passa e l'idea del club nautico della valle della Sieve mi sembrava un azzardo, un passo parecchio ma parecchio lungo. Fondare un Club Nautico in Mugello, pensavo, è più o meno come organizzare uno Sci Club a Rimini, la Società Canottieri di Predazzo o il Club Alpino di Massalombarda.

Poi però mi sono dovuto ricredere. Ho potuto conoscere l'attività del club e sono rimasto impressionato dalla serietà e dall'entusiasmo, dalla tenacia direi, con cui gli appassionati mugellani del mare organizzano le loro attività. L'addestramento, gli allenamenti duri ma anche il piacere di vivere il mare, il divertimento, la soddisfazione delle prime gare e l'avventura delle regate in mare aperto dalle lontane sponde del Dodecaneso fino quasi alle colonne d'Ercole. E anch'io ho imparato la lezione, non ci sono limiti della natura, ostacoli geografici o impedimenti di sorta quando la passione, l'impegno, lo spirito di gruppo ci spingono insieme verso un obiettivo comune sia esso di natura sportiva, professionale, intellettuale o solamente di puro divertimento.

Lo riconosco, mai avrei pensato che a qualcuno in Mugello potesse esser venuta l'idea di fondare un club della nautica; figurarsi poi se avrei potuto pensare che proprio in Mugello, in casa propria, a cento chilometri dal Tirreno e ad altrettanti dall'Adriatico, gli appassionati del mare e della vela avrebbero trovato un ideale campo di regata. Eppure anche questo oggi è diventata una realtà inoppugnabile. Il lago di Bilancino, il bacino tanto contestato, il serbatoio che ha strappato all'agricoltura una delle fette di terra più fertili della vallata per regimare l'impetuosità della Sieve, salvare Firenze dalle piene e dare da bere ai fiorentini, finirà per trasformare i mugellani in un popolo di navigatori, vento permettendo. E siccome sono parecchio forti i dubbi che il lago riesca a risolvere i problemi per cui era stato originariamente progettato volete scommettere che sarà proprio il Club Nautico del Mugello a trovare l'unico vero modo di sfruttare utilmente l'invaso?

Salpando dal porto di Ghiereto e doppiando il capo di San Giovanni a Petroio, le vele mugellane, spinte da un generoso vento di Maestrale punteranno ad occidente verso il golfo della Cavallina, costeggeranno le scogliere di Latera e, sospinte da una leggera brezza di bolina, vireranno verso la punta del Turlaccio per completare la circumnavigazione del Mugello occidentale dal Tavaiano alla Stura. Qualcuno giura che è previsto anche un faro a Colle Barucci e che sarà bandito un concorso per il guardiano. Non è detto nemmeno che in un futuro più lontano, seguendo la teoria del fiume acquedotto, non si possa navigare perfino da Cafaggiolo a Firenze.

Scherzi a parte, l'attività velica sul lago di Bilancino sarà un motivo in più per lo sviluppo turistico della zona che dal lago comincia già a trarre consistenti vantaggi. Se siete passati qualche volta di domenica pomeriggio dalla nuova variante stradale che da Bilancino costeggia il lago fino a Barberino vi sarete già resi conto dell'importanza turistica del lago. Lungo il viadotto che sovrasta la foce del Tavaiano si snoda il passeggio pomeridiano di una folla di turisti domenicali. Facendosi largo tra la fila di macchine e di motociclette parcheggiate ai bordi della strada e incuranti del traffico, intere famiglie, pensionati con le mogli e le radioline all'orecchio, cani a guinzaglio, coppiette di fidanzati teneramente abbracciati, passeggiano tranquilli ammirando il panorama del lago. Se già oggi che non è nemmeno del tutto riempito il lago riscuote tanto successo, pensate cosa potrà succedere domani quando il viadotto sarà un punto di osservazione straordinario per seguire le regate veliche, le gare di wind surf, i gran premi di motoscafi entrobordo o le esibizioni delle moto d'acqua.

Barberino nel suo piccolo è un po' come Torino; una famiglia e un'azienda hanno sempre condizionato, nel bene e nel male, il suo destino. A questi chiari di luna non rimane che affacciarsi al viadotto. Qualcosa andrà pure a gonfie vele.

Guido Molinelli
 

© il filo, giugno 1999
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