Riportare le ceramiche a Cafaggiolo
Qualche anno fa a Cafaggiolo si sono svolti importanti scavi archeologici per attestare l’esistenza dell’antica fabbrica di maioliche, tra XV e XVI secolo, i cui splendidi pezzi sono distribuiti in tutto il mondo, in importanti musei.
L’iniziativa, coordinata dallo scarperiese Tommaso Zoppi, giovane archeologo –promossa dall’Università di Firenze e dall’Earthwatch Institute-, sul piano degli studi è stata altamente produttiva, con il ritrovamento di migliaia di reperti, nei pressi della “Manica lunga” l’edificio a fianco della villa. Oltre al considerevole numero di frammenti, sono stati raccolti anche strumenti fittili e metallici utilizzati per la cottura del vasellame nella fornace.
Da qualche tempo però sui risultati degli scavi è caduto il silenzio. In verità però c’era un progetto che meriterebbe non far cadere nell’oblio. Quello cioè di conservare e mettere in mostra i reperti –almeno quelli più significativi- direttamente a Cafaggiolo. Che sarebbe il contenitore più naturale, quello che consentirebbe di valorizzare nel modo più proprio la raccolta, raccontando, assieme all’esposizione dei “pezzi”, anche la storia della fornace rinascimentale, attraverso grandi pannelli e riproduzioni delle maioliche che oggi impreziosiscono molti musei, da quello di Faenza al British Museum di Londra, dal museo di Berlino a quello di Lisbona. Non un museo a sé stante, ma un’esposizione perfettamente integrata in quello che già è un luogo di rilevanza internazionale.
Sarebbe bene che anche gli enti locali –Comune di Barberino di Mugello e Comunità Montana del Mugello- si facessero parte attiva, per ottenere e concretizzare quello che già pareva un impegno preso. E che finora è rimasto sulla carta.
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, aprile 2003