ECCO CHI ABBATTE' LA
STATUA DI FIDO...
Il
grande successo che sta ottenendo in campo mondiale il film “Hachiko” con
Richard Gere, dove si racconta la storia di un cane il quale dopo la morte del
padrone lo attese per molti anni, ha riportato alla luce sulla stampa, anche a
livello nazionale, l’analoga storia di Fido, il cane di Luco di Mugello, in
ricordo del quale e della sua fedeltà venne eretto in piazza Dante a Borgo San Lorenzo
(1957), un monumento. Come scrivemmo su queste pagine un mese fa il monumento
raffigurante l’amico più fedele dell’uomo, opera dello scultore Salvatore
Cipolla, fu realizzato in maiolica, ma dopo pochi mesi fu spaccato e i cocci
vennero appoggiati in terra sotto il cippo. Le indagini delle autorità
competenti non portarono a nulla e lo stesso scultore su invito
dell’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Giuseppe Graziani
(PCI), rimodellò la figura del cane ma
questa volta in bronzo. L’accusa di aver spaccato la scultura, pur non in modo
esplicito, fu rivolta allora verso un gruppetto di giovani borghigiani di
orientamento politico diverso a quello della maggioranza che all’epoca
amministrava il paese mugellano. Pur senza prove, furono accusati –e vennero
anche chiamati in caserma-, di aver distrutto il monumento a Fido.
A distanza di 50 anni, in una recente trasmissione
televisiva, dove veniva ricordato dopo la sua scomparsa un noto e stimato
personaggio mugellano, Siro Cocchi, che fu uno dei principali dirigenti
dell’allora PCI, una delle persone intervistate, Luigi Tassinari, per molti anni
Direttore delle Scuole G. Lapi
di Borgo San Lorenzo, ha confessato con un certo sarcasmo (“tanto, ha detto,
sono passati molti anni…”), che il monumento a Fido venne rotto di notte da lui
stesso e da un noto giudice Marco Ramat, all’epoca abitante a Borgo San Lorenzo
dove esercitava la sua funzione di magistrato, all’uscita dalla sede del partito
comunista borghigiano dopo una accesa riunione. A parte alcune discrepanze nelle
dichiarazioni dell’intervistato (Fido andava alla Stazione Ferroviaria di Luco -
sic!- ad attendere il padrone!!),
confesso di aver provato fastidio per le parole di quell’intervista, da un lato
il racconto retorico della storia di Fido, dall’altro le parole non certo
benevole per coloro che vollero il monumento in ricordo del cane di Luco, e il
rivendicare quella stupida bravata. Il sindaco Graziani, che ovviamente – e ne
siamo certo poiché era persona intellettualmente onesta - non ha mai saputo di
questa storia, firmò un’ordinanza per innalzare nuovamente il monumento e questa
volta in bronzo, quasi a sfida verso quei giovanotti accusati, non dalle
autorità giudiziaria, ma dalla gente, dal popolo, di averlo spaccato. E invece a
distruggerlo erano stati personaggi del suo stesso partito!. La storia fa come
l’olio, torna a sempre galla a riportare in tutto la verità, non solo negli
episodi eclatanti ma anche nei fatti più minuti come questo.
Aldo Giovannini
© il filo, Idee e notizie dal Mugello,
marzo 2010